PRENDERE DUE PICCIONI
con
Aroldo Marinai
Mettiamola così: un
pullman riporta a casa, da Dresda a Berlino, un rumoroso gruppo di anziani
turisti. L’autista preferirebbe il silenzio ai canti e agli schiamazzi, ma il
suo carattere tranquillo lo protegge e intanto con la mente ripercorre l’intera
vita in brevi lampi di memoria. Questo racconto di Christa Wolf, dedicato al
marito, è l’ultimo pubblicato quando già lei era scomparsa (2011).
L’anziano autista,
August, rivive l’infanzia, l’arrivo da fuggiasco e orfano dalla Prussia al
tubercolosario che lo vedrà innamorarsi, lui di otto anni – ma come altrimenti
dire – di una adolescente che poi come lui guarirà. Il clima e l’ambiente, si è
capito, sono quelli della Davos della Montagna Incantata.
Altrove: un marinaio
scozzese di nome Alessandro Selkirk sceglie di essere abbandonato nell’isola di
Juan Fernandes per aspre controversie col capitano della sua nave, il Cinque
Porti del capitano Stradling (siamo nel 1704). Selkirk rimane sull’isola
quattro anni e quattro mesi, anche se in quel frattempo alcune navi hanno dato
fondo per provvedersi di acqua dolce e capre di cui cibarsi. Ma, o perché si
tratta di spagnoli (e qui si sprecano le schioppettate contro il nostro), o
francesi, o di nazionalità incerta e la prudenza consiglia il riserbo. Quando
viene abbandonato possiede abiti, un letto, un fucile, una libbra di polvere,
palle, tabacco, una scure, un coltello, una pentola, una Bibbia ed altri libri
di devozione più i suoi strumenti di marina.
Frattanto August si
rivela ragazzino con serie difficoltà intellettive. Non è fatto per la scuola
(eufemismo). Eppure cresce fra malattie e morti fino a trovare un lavoro
(quello che ha sempre sognato: autista di camion), una moglie paziente e devota
(credo, dice lei decidendo di sposarlo, che tu sia una persona perbene). Alla
fine: ho avuto una buona vita. Christa Wolf usa una economia espressiva
eccezionale, quasi asciutta cronaca lirica.
A Juan Fernandes dopo i
primi mesi subentra la solitudine, poi emerge la difficoltà del fuoco (superata
con lo sfregare due legnetti di mirto-pepe). Alessandro mangia pesce, rape,
cavoli, gamberi di fiume, cattura le capre correndo, le marchia all’orecchio
(nel 1741 verranno trovate ancora capre marchiate). Logorati gli abiti si fa un
giustacuore e una berretta di pelle di capra. Durerà fatica, dopo il
salvataggio sulla nave inglese, a portare di nuovo le scarpe. La storia è
argomento del romanzo di Robinson Crusoè.
I due piccioni:
Christa Wolf, August,
edizioni e/o, 2012 - Consigliato
Deperthes, Storie di
naufragi, Martello editore, 1968 - Introvabile