martedì 29 ottobre 2013

Prendere due piccioni con A.M.

PRENDERE DUE PICCIONI
con Aroldo Marinai


Mettiamola così: un pullman riporta a casa, da Dresda a Berlino, un rumoroso gruppo di anziani turisti. L’autista preferirebbe il silenzio ai canti e agli schiamazzi, ma il suo carattere tranquillo lo protegge e intanto con la mente ripercorre l’intera vita in brevi lampi di memoria. Questo racconto di Christa Wolf, dedicato al marito, è l’ultimo pubblicato quando già lei era scomparsa (2011).
L’anziano autista, August, rivive l’infanzia, l’arrivo da fuggiasco e orfano dalla Prussia al tubercolosario che lo vedrà innamorarsi, lui di otto anni – ma come altrimenti dire – di una adolescente che poi come lui guarirà. Il clima e l’ambiente, si è capito, sono quelli della Davos della Montagna Incantata.

Altrove: un marinaio scozzese di nome Alessandro Selkirk sceglie di essere abbandonato nell’isola di Juan Fernandes per aspre controversie col capitano della sua nave, il Cinque Porti del capitano Stradling (siamo nel 1704). Selkirk rimane sull’isola quattro anni e quattro mesi, anche se in quel frattempo alcune navi hanno dato fondo per provvedersi di acqua dolce e capre di cui cibarsi. Ma, o perché si tratta di spagnoli (e qui si sprecano le schioppettate contro il nostro), o francesi, o di nazionalità incerta e la prudenza consiglia il riserbo. Quando viene abbandonato possiede abiti, un letto, un fucile, una libbra di polvere, palle, tabacco, una scure, un coltello, una pentola, una Bibbia ed altri libri di devozione più i suoi strumenti di marina.

Frattanto August si rivela ragazzino con serie difficoltà intellettive. Non è fatto per la scuola (eufemismo). Eppure cresce fra malattie e morti fino a trovare un lavoro (quello che ha sempre sognato: autista di camion), una moglie paziente e devota (credo, dice lei decidendo di sposarlo, che tu sia una persona perbene). Alla fine: ho avuto una buona vita. Christa Wolf usa una economia espressiva eccezionale, quasi asciutta cronaca lirica.

A Juan Fernandes dopo i primi mesi subentra la solitudine, poi emerge la difficoltà del fuoco (superata con lo sfregare due legnetti di mirto-pepe). Alessandro mangia pesce, rape, cavoli, gamberi di fiume, cattura le capre correndo, le marchia all’orecchio (nel 1741 verranno trovate ancora capre marchiate). Logorati gli abiti si fa un giustacuore e una berretta di pelle di capra. Durerà fatica, dopo il salvataggio sulla nave inglese, a portare di nuovo le scarpe. La storia è argomento del romanzo di Robinson Crusoè.

I due piccioni:
Christa Wolf, August, edizioni e/o, 2012 - Consigliato

Deperthes, Storie di naufragi, Martello editore, 1968 - Introvabile